la corsa verso il cielo delle Apuane

la corsa verso il cielo delle Apuane

lunedì 31 maggio 2010

Oggi ripetute a scalare........ma io faccio cosi......

Questo blog è nato perchè all'interno di esso potessi creare e vivere, in tutta la sua pienezza, il mondo della corsa, della mia corsa. Il correre, con gli anni, è diventato parte della mia vita, di come vivo la mia vita e non riesco ad immaginare di poterne fare a meno se non con grosso sacrificio. Scrivere i post, inserire le foto, aggiornare il calendario delle corse fatte e di quelle in programma ricreare, insomma, nel mondo del virtuale quello che è il mondo della mia corsa è un pò come rifugiarsi, appena se ne affaccia la voglia, in un sogno che gestisco a mio piacimento dove poter rivivere le cose piacevoli e analizzare quelle che lo sono di meno condividendo, con chi ne ha voglia, questa mia passione.
Ma non di sola corsa è fatta la vita, cose ben più importanti che ho sempre cercato di lasciar fuori da qui proprio per mantenere integro questo mio sogno. Ma esistono altri sogni, altre cose che vorrei vedere realizzate, molto più importanti e che incidono fortemente sulla vita di ognuno di noi.
E allora OGGI NON PARLO DI CORSE, OGGI IO FACCIO COSI':

Percile- Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato Democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia uguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo cosi.
La libertà di cui noi godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato insegnato anche di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideraiamo innocuo ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della Democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sè una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

giovedì 27 maggio 2010

Previsioni meteo a lunga scadenza....

Da http://www.meteo.it/  -  aggiornamento del 26/5
Nel periodo preso in considerazione, valido dal 11 al 15 giugno 2010, un campo di alta pressione di origine subtropicale atlantica è previsto interessare, seppure marginalmente, il bacino occidentale del Mediterraneo con promontorio più frequentemente proteso verso il nord Europa, mentre una vasta circolazione depressionaria di provenienza settentrionale sarà attiva su Europa centrale ed in grado di convogliare masse d'aria umida ed instabile con direttice W-E ad interessare essenzialmente il Mediterraneo centrorientale ed in buona parte anche la nostra penisola, laddove si potrà assistere al transito di alcuni blandi sistemi frontali che daranno maggiori effetti al nord e parte del versante adriatico. Sotto il profilo termico il periodo dovrebbe essere caratterizzato da temperature sostanzialmente allineate alla norma del periodo. Nord: Atteso un periodo debolmente instabile con occasione per moderati passaggi perturbati essenzialmente su alpi centrorientali, triveneto e zone adriatiche; un poco più protetto dalla catena alpina il settore nordoccidentale che dovrebbe assistere a maggiore stabilità. Sono ipotizzabili precipitazioni di poco inferiori alla norma del periodo su nord-ovest; più vicine alle medie altrove. Temperature leggermente inferiori alla norma del periodo essenzialmente su nord-est; valori massimi più elevati su nord-ovest. Venti in prevalenza deboli occidentali. Centro e Sardegna: Tempo debolmente instabile per l'intero periodo su lato adriatico ma con basso rischio di episodi piovosi in genere limitati ai rilievi; mentre altrove prevarranno condizioni di tempo buono in classica chiave estiva. Sono previste quindi precipitazioni inferiori alla norma climatologica su regioni tirreniche; un pò più elevate su rilievi e comparto adriatico. Le temperature saranno entro la norma su versante adriatico e rilievi, appena superiori altrove, specie nei valori massimi. Venti deboli occidentali; maestrale su Sardegna. Sud e Sicilia: in queste zone l'azione stabilizzante di un'alta pressione subtropicale sarà più deciso garantendo un periodo di tempo sostanzialmente buono; solo su lato adriatico e jonico saranno possibili passaggi nuvolosi associati a qualche fugace episodio temporalesco sui rilievi. Sono attese nel complesso precipitazioni inferiori alla norma sull'area tirrenica, appena più elevate altrove. Temperature allineate alla norma stagionale, specie nei valori massimi e su lato tirrenico. Venti deboli nordoccidentali. Aggiornamento del 26/05/2010

Immagini dal parco di Fontesanta


mercoledì 26 maggio 2010

Giro in Fontesanta sui sentieri del Trail

Ieri sera, nel tardo pomeriggio, nuovo giro in Fontesanta sui sentieri del prossimo TRail del 13 giugno. Ero insieme ad altri 4 del gruppo podistico, Graziano, Giancarlo, Duccio e Maurizio e volevamo far conoscere il percorso agli amici di Spirito Trail; Simone e Cristina a cui si è aggiunto Andrea, un amico conosciuto sul Forum della rivista.
Tempo perfetto come buona era la temperatura, non troppo caldo ma con una piacevole brezza che non dava assolutamente fastidio.
Non abbiamo percorso la strada bianca che scende giù a San Donato ma abbiamo preso subito per il bosco e in meno di due chilometri siamo arrivati a Montisoni. E' sempe bello correre in mezzo al bosco, su sentieri segnati solo dal passaggio delle persone o disegnati dallo scorrere dell'acqua durante le piogge; saltare da un balzo all'altro, scavalcare tronchi d'albero caduti o entrare, a volte imprecando, in mezzo alla terra dissodata dal passaggio di cinghiali in cerca di cibo. Riporta indietro nel tempo l'arrivo a Montisoni con la cima del campanile del convento che svetta alta sulla vallata sottostante, con Firenze racchiusa tra le sue colline e la cupola del Brunelleschi che sembra, quasi, a portata di mano. Questo era un passaggio obbligato per chi arrivava in città venendo dal Valdarno e dopo la faticosa salita fino a San Donato, percorrevano il sentiero in quota fino a qui. Ormai era fatta, una sosta prima di riprendere il cammino e poi giù fino all'Antella e poi a Firenze.

Anche noi, dopo una breve sosta, siamo ripartiti entrando nel bosco e percorrendo un sentiero con continui saliscendi ben corribili. Oramai il percorso, dalle volte fatto, mi è diventato familiare; l'incrocio con la strada del Lonchio, la fattoria di Smith con il recinto dei cavalli e poi il passaggio sulla vecchia maremmana.
Non potevamo esimerci dal raccontare ai nostri ospiti la sotria del "sasso scritto" e, dopo averlo osservato, qualche battuta sulla veridicità del reperto non poteva mancare.



Oggi ho voluto, per curiosità, approfondire il discorso sul sasso scritto e sul libro: Fontesanta, itinerari tra storia arte e ambiente di M.Casprini e S.Guerrini, ho trovato:

Poggio Firenze

Con i suoi 693 metri è la più alta vetta del tratto di crinale che divide il Valdarno Superiore da quello Fiorentino: essa è contrassegnata dal punto trigonometrico posto dall’I.G.M. nel 1977 (ma già nel 1882 gli ufficiali dell’Istituto vi avevano costruito un torrino in pietra denominato dalla gente del posto "Cupolino").
Sulla sua sommità si estende una magnifica spianata che misura circa 300 m per 150, chiamata appunto il piano di Firenze, perché da essa si ha una perfetta veduta della città. A seguito di ricognizioni effettuate negli anni Sessanta, fu ritrovato un tratto di cinta muraria rettangolare realizzata con pietre di modeste dimensioni e squadrate rozzamente, intorno alla quale si notano alcune zone di terra bruciata (tanto all’esterno che all’interno del fabbricato) che fanno pensare ad un incendio, forse anteriore alla costruzione del muro stesso. In prossimità dei muri furono rinvenuti, tra gli altri, frammenti di grandi recipienti con superficie lisciata a spatola, vari frammenti di bucchero, un rocchetto di terracotta decorato a crudo con colpi di cordicella, e frammenti di vasi attici a figure nere. In base a questi ritrovamenti è stata ipotizzata l’esistenza di un abitato etrusco-arcaico sopravvissuto fino all’età classica -con possibili funzioni di area sacra-, di grande rilevanza perché posto in prossimità di una via di comunicazione transitata da pastori da e per la Maremma e al confine del territorio fiesolano. Quest’ultima ipotesi sembra confermata dal ritrovamento di un "tular" o pietra di confine con iscrizione etrusca che si avvicina per caratteri epigrafici e contenuto alle iscrizioni similari dell’ager faesulanus (il cippo è stato rinvenuto nel 1974 nel borro di Calcinaia nei pressi di Casa Gavignano, a circa 700 m ad ovest dalla vetta del Poggio).Il Poggio di Firenze rimane compreso nel cosiddetto Parco territoriale della Fonte Santa (diviso tra i comuni di Bagno a Ripoli e di Rignano sull’Arno); esso fu concepito alla metà degli anni Sessanta allo scopo di privilegiare la salvaguardia e la conservazione di un territorio avente caratteri paesaggistici e riferimenti storici di rilievo.La particolare rilevanza climatica della zona è data dal fatto che il Poggio di Firenze, distante circa 90 Km dal Mar Tirreno, è la prima considerevole montagna, di modesta altitudine ma di rilevante estensione in lunghezza (tra bacino dell’Arno e rilievi del Chianti), sulla quale vengono ad impattarsi quelle masse d’aria oceaniche che, compresse nella loro corsa lungo la valle dell’Arno, si attenuano smistandosi nei numerosi crinali della conca fiorentina; esse raggiungono così il Poggio di Firenze ancora cariche di umidità e qui, incontrandosi con le correnti nord-orientali, provocano una condensazione di vapori, mantenendo ben temperate le masse d’aria che lambiscono il Poggio. La zona è stata classificata come "nicchia ecologica", proprio per essere una delle poche in Italia ad avere caratteristiche botaniche rare a questa altitudine e a tanta distanza dal mare; infatti in questi boschi si sono venuti a creare microclimi particolare nei quali le piante hanno saputo sfruttare i vapori saturi tirreno-atlantici, generando la crescita rigogliosa di alcune specie che esistono solo nelle isole dell’arcipelago toscano o lungo i litorali.Sul Poggio sono stati segnalati densi popolamenti di piante occidentali (probabilmente i più estesi d’Italia) come l’ Ulex europaeus (il nostro "scardiccio"), il Cystius scoparius, la Staehalina dubia, e di diversi tipi di orchidee di bosco che ben si adattano a steppe d’argille e a terreni poveri di sostanze come il suolo calcareo eocenico del nostro colle e che esigono invece umidità dall’aria.La presenza di certe piante aromatiche (cisto, timo, lavandula) è stata di certo facilitata dai numerosi greggi transumanti transitanti per la via Maremmana (che taglia in due il territorio), le quali, entrando nella macchia, hanno divorato soprattutto le fronde delle sempreverdi (corbezzolo, leccio, ecc.) lasciando spazio vitale alle altre piante.


In cima al Poggio di "casa al monte" ci è venuto incontro un vecchio cane lupo che, visto il numero di persone strane che gli stavano correndo incontro, ha ritenuto bene di girarsi e, con la coda tra le gambe, di allontanarsi in tutta fretta.
Infine la lunga discesa tecnica verso i Cellai, la dura risalita fino a Poggio Firenze, l'arrivo al rifugio di Fontesanta, una bevuta fresca alla fonte  e anche questo bel giro si può archiviare. Da ultimo non poteva mancare il ristoro; panini prosciutto o mortadella, thè, aranciata Coca e battute in libertà.

sabato 22 maggio 2010

Riunione dei.........vecchi podisti

Ieri sera nuova riunione di alcuni amici del gruppo podistico. In previsione del Trail di Fontesanta dobbiamo definire ancora molti punti dell'organizzazione e, ieri, era previsto un incontro con i responsabili della Protezione Civile che ci dovranno assistere sul percorso e ci dovranno mettere a disposizione  buona parte della logistica, ambulanze comprese.
Gran parte del tempo è stato consumato nella lettura del road-book affinchè anche a loro fosse chiaro il percorso della gara dovendo andare a coprire le postazioni a quegli incroci dove è più facile sbagliar strada.



ROAD BOOK

Partiti dal rifugio Fontesanta (mt. 580) si scende, lungo una strada bianca, per circa 2 km fino al cimitero di San Donato (1° punto staff organizzazione) (mt.360). Da qui si gira a sinistra sul vecchio percorso di collegamento per l'Antella rimanendo sempre in quota per altri 2 km fino a che non si arriva a Montisoni. (2° punto staff organ.).Si prende a sinistra costeggiando una casa di contadini che teniamo alla nostra destra e per circa un chilometro, con dei facili saliscendi si arriva ad incrociare la strada asfaltata del LONCHIO (3° punto staff organ.)Si gira nuovamente a sinistra e lasciamo l'asfalto (percorso per circa una ventina di metri) e prendiamo un sentiero (attenzione l'ingresso è chiuso da una sbarra facilmente superabile). Qui comincia un chilometro circa di salita abbastanza impegnativa per arrivare al Gambassini (mt 510) dove dobbiamo girare a destra lungo una rete e poi subito a sinistra (4° punto staff organ.).Siamo ad oltre sei chilometri percorsi e i Non Competitivi che fanno circa 7,5 km, qui continuano dritto fino a ritrovarsi al pratone di Fontesanta e, quindi, al rifugio.Intanto la gara continua su viottoli in saliscendi che si mantengono più o meno alla stessa quota fino a ritrovarsi a costeggiare un campo, che troviamo alla nostra destra, è la fattoria di Smith, anch'essa a destra. Troveremo un recinto di cavalli che aggireremo salendo a sinistra per qualche metro e poi, proseguendo a destra, continueremo su un sentiero (5° punto staff organ). I cavalli li vedremo alla nostra destra.Proseguiremo sul piccolo sentiero fino ad incrociare la vecchia strada maremmana (6° punto staff organ.) che prenderemo girando a destra. Sulla nostra sinistra un grosso masso detto “il sasso scritto” sembra abbia incisioni risalenti all'epoca etrusca. Attenzione!!!!!Fatti due/trecento metri, all'incrocio, girare a sinistra seguendo sempre le fettucce bianche e rosse che troverete agli alberi. Siamo al km. 9, quota 475 mt, ed ora c'è da salire.Continuiamo sul sentiero fino a trovare una villetta (Batino) sempre sulla nostra destra. Fatti qualche centinaio di metri (7° punto staff organ.) prendiamo un senitiero sulla sinistra che ci porterà all'incrocio con una strada bianca piuttosto larga, in località “Casa al Monte” che vedremo in basso sulla nostra destra. Noi prendiamo in salita a sinistra e dopo poche centinaia di metri arriviamo in cima a Poggio di Casa al Monte (mt. 620) dove troveremo, all'11° chilometro un rifornimento. Comincia , qui, la parte più tecnica del percorso; infatti prenderemo a destra e cominceremo a scendere su un “single track”, dove c'è da prestare attenzione, ed in circa 2 km si scende a 415 mt. Fino ad incrociare una larga strada bianca da percorrere in discesa per 50/100 metri. (8° punto staff organ). In località “casa Monaca” si prende a sinistra e si comincia a risalire (una salita molto ripida) che in meno di due chilometri ci riporta a 620 mt. Attenzione alle fascette bianche e rosse perchè a metà percorso c'è il rischio di sbagliare andando a dritto sul sentiero; dobbiamo rimanere a sinistra seguendo le fascette. Siamo così tornati al punto di ristoro trovato all'11° km. Di chilometri fin'ora ne abbiamo fatti più di 14 ed è quasi fatta. Si continua per un bel sentiero con qualche tratto, corto, in salita per arrivare, finalmente al “Poggio Firenze”, il punto più alto a 675 mt. Passiamo sotto i ripetitori che troviamo alla nostra sinistra e poi, per un sentiero che troviamo poco avanti (9° punto staff.organ.), a sinistra, ridiscendiamo al pratone di Fontesanta, il sentiero a sinistra ci riportera al rifugio ed all'arrivo dopo circa 17,5 km.

Siamo riusciti a dare un'indicazione di massima di quello che è il giro completo ma c'è parso che ci siano ancora molte incertezze e, quindi, sarà necessario fare un giro con loro, su un fuoristrada, perlomeno sui tratti percorribili dal mezzo. (salvo diverse indicazioni è previsto per sabato mattina)



Dopodichè, una volta segnato il percorso, uno di loro lo farà completamente con una moto da cross per eliminare tutti i dubbi.
Abbiamo affontato anche altre problematiche, (pagate le magliette tecniche siamo rimasti finanziariamente a terra) e c'è stato anche un momento in cui gli animi hanno preso fuoco. Indipendentemente da tutto e una volta chiaritisi, penso che siano positive queste manifestazioni "sanguigne"; significa che ci sentiamo coinvolti da quanto stiamo facendo. Ben diverso, triste e controproducente sarebbe l'apatia, l'andare al seguito di qualcuno senza sentire il bisogno di manifestare il proprio disaccordo, se c'è!
L'organizzazione di questa manifestazione mi sta impegnando molto e, ad esser sincero, ci sono stati e ci sono dei momenti in cui molti dubbi mi si manifestano ma poi, sono convinto, ogni cosa si incasellerà nel tassello giusto e riusciremo a fare una gran bella cosa. In fondo il Gruppo Podistico della Fratellanza Popolare di Grassina, nel corso dei suoi 3 decenni e passa di vita, di cose importasnti ne ha fatte e quindi...........

giovedì 20 maggio 2010

Previsioni meteo a lunga scadenza....

Nel periodo preso in considerazione, valido dal 9 al 13 giugno 2010, la situazione generale evidenzia l'azione di una vasta area anticiclonica centrata su oceano Atlantico e con promontorio ad assetto meridiano tendente ad insistere su Europa nordoccidentale in posizione non consona al periodo, con marginale coinvolgimento dell'ovest Mediterraneo; ciò favorirà il probabile persistere di saccature nordeuropee dirette su bacino centrorientale del Mediterraneo, laddove affluiranno correnti ancora fresche ed instabili in quota associate a qualche sistema frontale in passaggio da NW. 
 Centro e Sardegna: il periodo vedrà condizioni generali di tempo instabile su tutto il comparto con occasione per episodi temporaleschi, segnatamente nelle ore diurne, su catena appenninica e regioni adriatiche; fasi soleggiate più convinte saranno possibili su comparto tirrenico e Sardegna. Si attendono quindi precipitazioni appena superiori alla norma stagionale su rilievi e lato adriatico; allineate altrove. Le temperature saranno un poco inferiori alle medie del periodo, in particolare su regioni tirreniche e nei valori massimi. Venti deboli occidentali.
Previsioni tratte dal sito http://www.meteo.it/
Quotidianamente, da qualche giorno, una visitina giornaliera al sito per vedere come evolveranno le condizioni meteo sul nostro territorio a metà giugno è quasi d'obbligo.
Sono preoccupato per il tempo il giorno del Trail di Fontesanta; nuvole e pioggia rovinerebbero tutto e dovremmo pianificare un tipo di organizzazione diversa per provvedere al pasto dei podisti.
Dovremo decidere se far montare un tendone "tipo reflettorio" oppure rischiare ed apparecchiare i tavoli all'aperto. Per il momento le previsioni non sono troppo critiche: speriamo bene!!!!!!!!!

mercoledì 19 maggio 2010

Corsa alle crete senesi....tempo da cani!!!!!! sabato 15 maggio


Il paesaggio sarebbe dovuto essere questo, peccato che la foto risalga all'edizione 2008, ma quello che ci è stato riservato quest'anno era ben diverso. Effettivamente il paesaggio delle Crete è sempre affascinante; quelle onde fatte da dolci colline tagliate e disegnate da strade bianche che sembrano non finire mai, ma sotto una pioggia insistente e noiosa, a tratti irruenta portata dal vento che ti schiaffeggia, qualcosa abbiamo perso.
Il tutto aveva un non so che di triste che fortemente contrastava con l'allegria che ti riempie il cuore nell'ammirare quel paesaggio meraviglioso sotto il sole della primavera inoltrata. Ma tant'è!!!!!!!!!!!
Incurante del meteo, alle tre del pomeriggio, mi sono ritrovato con Mario, Andrea, la Grazia e la Cinzia e via verso Arbia. I vetri dell'auto appannati, i tergicristalli che andavano a tutta ed il riscaldamento acceso sembravano irreali per un pomeriggio di metà maggio!
Arbia si trova sotto Siena e l'abbiamo raggiunta in circa un'oretta; quando siamo arrivati agli impianti sportivi eravamo tra i primi e qualche dubbio che la corsa venisse effettuata ce l' abbiamo avuto; già ci era stata comuniccata una variazione di percorso a causa delle piogge che avevano reso impraticabili alcuni sentieri argillosi e la presenza di meno di una decina di podisti non ci rassicurava certo.
Ma pian piano le auto hanno cominciato ad arrivare e la quantità di atleti allineati alla partenza era il massimo che si può pretendere per un trail e, soprattutto, con quel tempo; sono sicuro che eravamo senz'altro oltre 100 abbondanti considerando anche i percorsi più corti.
I primi sette km si sono fatti sull'asfalto ma non erano male quei dolci saliscendi (più sali che scendi) che hanno permesso al gruppone di sgranarsi e quando, finalmente, siamo arrivati allo sterrato vedevo, davanti e dietro di me, file di podisti a coppie o da soli distanziati fra di loro.
Abbiamo cominciato a scendere con alcuni tratti intervallati da salitelle, qualcuna anche dura.
I chilometri passavano via veloci ed intorno al 14° chilometro abbiamo toccato il punto più basso. Infatti qui e al 17° chilometro ci siamo ritrovati due salite piuttosto ripide.
Siamo poi arrivati al punto più fangoso dove le scarpe (non avevo messo quelle da trail) rimanevano appiccicate al terreno e questo mi faceva pensare a quel che poteva accadere se i primi km di asfalto li avessimo fatti in mezzo al fango delle crete.
Una volta ritrovata la strada asfaltata era ormai fatta; il Grigiotti era lì, all'incrocio, ad incoraggiarci e a fotografarci. Un'allungo sulla strada a favore e poi, finalmente, una bella doccia quasi calda.
Il pasta party è stato all'altezza delle aspettative e l'unico rimpianto è stato quello di avere avuto un "tempo da cani". Torneremo a questo giro sulle crete senesi l'anno prossimo e ce le goderemo, ne sono sicuro, in una bella e calda giornata di maggio.

venerdì 14 maggio 2010

TRAIL DI FONTESANTA 13 giugno 2010

Ecco il percorso e l'altimetria del Trail di Fontesanta del prossimo 13 giugno.
Bel percorso impegnativo ma vi posso assicurare che la fatica è ben ripagata dal paesaggio di cui si può godere da certi punti e dalle meraviglie dei boschi attraversati.


giovedì 13 maggio 2010

Il tempo non cambia- nuvoloni minacciano pioggia

Il brutto tempo sembra non volersene andare, in cielo nuvoloni minacciosi e carichi d'acqua  si muovono lentamente, l'aria non ha niente di primaverile ma assomiglia, forse, più a quella settembrina e a me, che piace il caldo, la cosa non va proprio giù.
Ma non desisto, l'uscita per la consueta sgambato va fatta e alle 11,00, preciso come un orologio svizzero, calzoncini, maglietta, scarpette, cardio con gps e via per un allenamento a sensazione.
Parto piano ed il primo chilometro lo faccio quasi in surplass; il cardio non è mai andato sopra i 130 bpm  e decido, così, di fare un "progressivo". Il percorso non è ideale, non è pianeggiante ma piuttosto ondulato con la parte finale in leggera salita per quasi 3 chilometri. E' logico che non posso basarmi sulla velocità ma, piuttosto, sulla frequenza cardiaca cercando di aumentare l'impegno e lo sforzo in maniera graduale.
Cerco di aumentare di circa 5 battiti ogni chilometro e a metà allenamento (dal 5° al 8° km compresi) mi attesto su una FCM di 150/152.
Dopo di che, l'impegno aumenta, anche se la velocità si mantiene costante sui 4,50/5,00 a Km; infatti, vista la pendenza, i battiti medi passano a 159 e poi, 167.
L'ultimo chilometro rallento per il defaticamento e chiudo con 11 km abbondanti fatti divertendomi e, per quanto mi riguarda, ben allenanti.


martedì 11 maggio 2010

Oggi fartlek impegnativo


Voglia di fare oggi e quindi, nonostante il tempo minacciasse burrasca, giubbetto impermeabile e via per un allenamento vario con un dislivello importante; alla fine erano piuù di 500+, quasi quanto lo Scarabone di domenica scorsa.
Nuvole pesanti nel cielo ma caldo umido ed ho subito cominciato a sudare abbondantemente mentre scendevo verso Ponte a Niccheri. Poi Grassina, il Chioccino, su per la cipressaia infilando il viale di Mondeggi fino alla fattoria per poi salire fino alla madonnina di Picille e girare al cipresso.
Da li è stato facile, quasi tutto in discesa verso la strada di Mondeggi, Croce a Balatro e infine Antella e casa.

Come si vede un impegno bello tosto e vario.

lunedì 10 maggio 2010

LO SCARABONE..........sempre fango e boschi

Sono 33 anni che a Vaglia, nel periodo primaverile, il circolino A. Nardi organizza "Lo Scarabone". Quando ancora non era di moda si diceva che era una corsa dura, faticosa, con salite ripide e discese su viottoli acciottolati ma ora, che c'è il "Trail", si dice che Lo Scarabone è una corsa trail. Effettivamente l'asfalto è quasi inesistente e le caratteristiche sono proprio quelle di un percorso "eco"; su per  sentieri in mezzo al bosco, su viottoli stretti e motosi, soffici pratoni, in cima al monte, coperti d'erba dove sembra di correre su morbiti tappeti e ripide discese acciottolate dove ogni passo deve essere calibrato per evitare di finire lungo distesi. E ieri, alle otto, presso il circolino, c'erano veramente solo gli amanti di questo tipo di percorsi mentre la folla, il grosso dei podisti si accalcava in piazza Santa Croce per la "GuardaFirenze". Ad occhio e croce non eravamo più di una quarantina nonostante che la partenza fosse stata posticipata dalle 8,30 iniziali per aspettare qualche altro ritardatario ma era bello cosi e siamo partiti, un pò alla spicciolata visto che si trattava di una non competitiva e qualcuno voleva avvantaggiarsi su per la salita. E che salita!!!!!! Subito, lasciata la piazzetta della chiesa, ci si ritrova su per un'erta che ci ha fatto sballare in men che no n si dica il motore (pulsazioni al massimo!).
Primo chilometro mozzafiato e poi, per un pò, si può tirare il fiato su saliscendi abbastanza fattibili prima di affrontare quella che è la salita vera; in meno di quattro chilometri si passa da 350 metri slm ad oltre 660 dove nell'ultimo tratto è proibitivo correre visto che il sentiero, stretto tra alberi e arbusti, è così ripido che a volte è difficile anche solo camminare.
Arrivati in cima, però, siamo ricompensati dalla vista di un meraviglioso pianoro verde dove correre è fantastico e presto la fatica sparisce lasciando posto al piacere di far girare le gambe fino a che non si comincia a scendere.
Qui bisogna stare attenti, il terreno è sconnesso e sassoso mentre la pendenza ti invita ad incrementare la velocità. Sono questi i tratti, se pur rischiosi, dove mi diverto maggormente ed effettivamente, con Giuseppe con cui ho fatto tutto il percorso, ci siamo buttati giù saltando da una masso all'altro, sguazzando nel fango, entrando nei rigagnoli d'acqua che di tanto in tanto attraversavamo. Quasi alla fine abbiamo trovato un pò di asfalto finchè non siamo rientrati nel bosco, un sentiero stretto, un torrentello da attraversare e, quasi a malincuore, siamo all'arrivo.
Per finire  un bel ristoro con fette di dolce e schiacciata all'olio, fine e croccante su cui tutti si sono buttati come lupi famelici.
Devo dire che "lo scarabone", rispetto alla Guardafirenze, è stata un'ottima scelta!

venerdì 7 maggio 2010

Il mese di Aprile - tutti i numeri

Dopo la descrizione dell'avventura Abbot's mi viene male qualunque altro commento; tutto mi sembra poca cosa, ma poi mi rendo conto che se sono riuscito a portare a termine in modo dignitoso la "Via degli Abati" è merito, soprattutto, di questa poca cosa; di ogni uscita, di ogni allenamento sia corto, sia lungo, sia lento, sia veloce......tutti mattoncini che servono a creare quella resistenza che altrimenti, alla mia età, non ci sarebbe senz'altro. In questi giorni mi sono sentito fisicamente a posto ed ho potuto allenarmi anche se riducendo sensibilmente i lavori. Lunedi scorso riposo assoluto e poi, gli altri giorni pochi km per sciogliere i muscoli; solo ieri ne ho fatti una decina ad andatura normale sui 5/5,10 a km.
A proprosito di mattoncini è d'obbligo riportare i numeri del mese di aprile:
- percorsi  266 km. con una media giornaliera, quindi, di 8,88 km.
- 3 gare fatte di cui 2 mezze maratone: Firenze e il Ghibellino (tremenda per la salita)

Un buon lavoro che mi permette, ora, di sentirmi in buona forma. Potessi continuare con questo ritmo fino alla Traslaval sarebbe perfetto.
Intanto, questa sera, appuntamento al Ponte a Ema per la prima notturna della stagione. C'è solo una nota negativa; questo tempaccio che non vuol convertirsi al buono e continua a scodellare acqua ogni due per uno; guardo fuori dalla finestra e nuvoloni scuri transitano sopra la nostra testa; sembra novembre. Mah!!!!!!!

martedì 4 maggio 2010

ABBOT'S WAY.............se vi sembra poco!!!!!!!

Ed eccoci al dopo Abbot's Way.
I giorni successivi ad un'avventura simile li vivo, sempre, con un residuo di adrenalina in corpo che mi crea un certo distacco con la realtà quotidiana e, con la mente, spesso, sono sempre lì; su quei sentieri in mezzo ai boschi, su quel tratto esposto in cima al Borgallo, lungo la discesa con sotto di noi il paese di Farini d'Olmo, sul traguardo finale dove io e Duccio, componenti dei due team del Gruppo Podisti di Grassina, abbiamo aspettato i nostri gemelli, rispettivamente Maurizio e  Silvia.




all'arrivo Gianforc, Maurizio e Oscar, Duccio e Emma, Silvia e le figlie


E' stata una bella esperienza; due giorni d'avventura insieme a persone accomunate, tutte, dalla passione di correre in mezzo alla natura godendo nell'affrontare nuove sfide fatte di fatica, sudore, sofferenza ma anche di soddisfazione nel dimostrare a se stessi che si è in grado di potercela fare, di poter superare quel traguardo che ognuno di noi si era posto: il percorso a tappe, le due tappe uniche, fino ad arrivare al massimo: una sola tappa di 125 km. Con quanta ammirazione, meraviglia, invidia guardavamo, a Bardi, quei temerari che, arrivati al traguardo dei 65 km, si fermavano al ristoro a mangiarsi un piatto di pasta, rifocillarsi ben bene e ripartire, poi, per altri 60 km con il sole che calava dietro i monti e gli preparava una lunga notte di corsa.

Venerdì, nel primo pomeriggio, siamo partiti alla volta di Pontremoli dove, presso il teatro cittadino, venivano consegnati i pettorali. Già mentre eravamo in attesa, in fila nel giardino del teatro, l'atmosfera era già quella classica delle corse trail. Gente scanzonata che scherza, tutti sembrano conoscersi e fare amicizia è di una facilità impressionante. In genere si tratta di persone che vivono distanti ma che si ritrovano in occaione di queste manifestazioni ed è logico sentirli parlare dell'ultima avventura che hanno vissuto ed affrontato insieme.
Effettivamente con Duccio e Maurizio, Silvia ci avrebbe raggiunto la sera a Bardi, ci sentivamo in mezzo a dei marziani impressionati e intimoriti dal ritrovarsi lì in mezzo a chi aveva corso la 100 km del Sahara o qualche altra ultra-trail pazzesca. Ma già tutto questo serviva a darci benefiche scariche di adrenalina, come quando siamo dovuti passare davanti ad un bancone dove gli addetti facevano il controllo dello zaino:
- camel bag per autonomia idrica
- luce frontale
- giacchetto antivento
- telo termico
- fischietto.
sembrava di dover partire per attraversare il deserto del Sahara.

il pettorale corroso dal sudore dopo 7 ore e passa di corsa


Sistemato l'aspetto burocratico ci siamo rimessi in auto e via, alla volta di Bardi; una sessantina di km di curve e, quasi, un'ora e venti di viaggio. Ero piuttosto impensierito dal fatto che la mattina dopo, per essere alla partenza a Pontremoli alle 6,00, io e Duccio avremmo dovuto fare quel viaggio a ritroso e, quindi, ci saremmo dovuti alzare alle 3,00 di mattina.
L'agriturismo scelto, CA' dei LUPI, si trova a metà della discesa verso Bardi, proprio di rimpetto al Castello, e ci apparve subito come un'ottima scelta.
il giardino dell'agriturismo


Per cena un bel carico di carboidrati alla trattoria "da Geppetto" e poi a nanna.............alle 3,00 sveglia.
Come se fosse facile dormire, e infatti..........a dieci alle tre già in piedi dedicato alla fase della vestizione (quasi al buio con il necessario preparato la sera prima). Un caffe con un pezzo di torta preparata dalla nostra padrona di casa e via, con Duccio, in auto verso Pontremoli.
Saliamo per una scorciatoia indicataci la sera prima, in mezzo ad un bosco ed è un viaggio affascinante fatto di battute e risate intervallate da esclamazioni di meraviglia ogniqualvolta si intravede qualche animale attraversarci la strada (non si tratta dei soliti cani e gatti a cui siamo abituati ma volpi, tassi ed una massa rossiccia con una lunga coda che non siamo riusciti ad identificare).
Siamo tra i primi ad arrivare nella piazza da dove verrà dato il via e piano piano vediamo arrivare i nostri compagni d'avventura.


ed arrivano le sei, l'ora della partenza


Ci siamo, il via è stato dato dopo un breve brefing dove sono stati dati gli ultimi avvertimenti e, subito, ci addentriamo per i vicoli del centro storico di Pontremoli per poi uscire in periferia ed immergerci su per i sentieri.

Adesso dobbiamo solo salire; l'obbiettivo è quello di arrivare, dopo esser partiti da circa 220/230 metri slm a oltre 1050 e, quindi, l'importante è dosare bene le forze per arrivare in fondo ai 32 chilometri. Il percorso è meraviglioso in mezzo a boschi immensi dove sembra di essere tornati indietro nel tempo. Il silenzio è rotto, di tanto in tanto, dai nostri commenti, dagli incoraggiamenti reciproci che ci facciamo ogni volta che sorpassiamo qualcuno o quando siamo noi ad esser sorpassati.
Prà del Prete, Cervara e poi..........il lago verde dove è d'obbligo fermarsi in posa per una foto :

Per un paio di chilometri, ora, si può tirare il fiato; si corre su tappeti di foglie, sentieri intervallati da torrentelli d'acqua che dobbiamo saltare ed è piacevole, finchè non ritorna la salita, e che salita è quella che ci porta in cima al Borgallo


















Adesso siamo su un tratto molto tecnico, il sentiero è stretto ed esposto sulla sinistra e dobbiamo, quindi, porre la massima attenzione anche perchè, a complicare il tutto, siamo immersi nella nebbia e raffiche di vento e di pioggia ci schiaffeggiano continuamente. Ma siamo in cima, dopo 22 chilometri di salita quasi interrotta.



E' fatta  e ci buttiamo giù per tratti sassosi e scoscesi, Duccio avanti ed io dietro che ricalco le sue orme con precisione millimetrica rischiando, quando sbaglia l'appoggio, di rovinargli addosso.
A Valdana troviamo una fontana d'acqua fresca e mai ristoro mi è apparso più delizioso. Mancano sei chilometri all'arrivo e a tutti quelli del servizio che troviamo agli incroci dei sentieri domandiamo quanto manca ottenendo in cambio le risposte più disparate: 8 chiloemtri, 4, 6,5......... ma ormai sentiamo l'odore dell'arrivo, vediamo il paese di Borgotaro già da un pezzo quando poi, un ultimo tratto su di un ponte e, laggiù, su una scalinata l'arrivo e Maurizio e Silvia che ci aspettano per darci il cambio.
Ora tocca a loro!!!!!!!!!!!!
Il loro tratto, anche se il dislivello positivo è più o meno uguale al nostro, è molto più nervoso con una lunga salita iniziale di circa 12 chilometri dove raggiungono il punto più alto del passo e un ritorno a quota più bassa fatto da un alternarsi di discese e salite attraverso le località di Pradetto, Osacca, Brugnola, Brè Chiappa. Nel finale però, dopo una lunga discesa nel bosco arrivano nel fondovalle e devono risalire per un chilometro e mezzo fino al castello di Bardi, un chilometro e mezzo di vera sofferenza ma poi, finalmente, la soddisfazione dell'arrivo


Abbiamo chiuso il primo tratto di 65 km in 8h 57' 58"

Il secondo giorno l'alzata è più da cristiani. Le previsioni di pioggia e maltempo non si sono concretizzate ed anche se il cielo è in parte coperto da grossi nuvoloni ci sono spazzi di azzurro che lasciano ben sperare. C'è però molta umidità e questo, certo, non mi aiuterà.
Il ritrovo per la partenza è all'interno del castello di Bardi, in piazza d'armi e l'atmosfera è davvero particolare.


Le discussioni che sento fare sono tutte relative al dolore alle gambe, alla durezza della gara del giorno precedente, alla soddisfazione di quanto fatto e, soprattutto, a commentare l'impresa di chi è riuscito già a completare tutto il percorso di 125 chilometri:
- Schneider Christian in 15h 05' 54"
- Marazzi Giuseppe in  15h 05' 54"
- Bartolini Enrico in 16h 00' 02"
ma anche tutti gli altri 77 atleti che sono riusciti a portare a termine l'avventura.
E si parte............
Una vera sofferenza; le gambe sembrano di granito da quanto son dure el'andatura, seppur lenta, mi fa subito andare in affanno.
Causa maltempo anzichè salire in cima al monte Lama dove la nebbia non permette visibilità, lo dobbiamo aggirare correndo lungo la strada asfaltata. Oltre 12 chilometri d'asfalto con le scarpette da trail non sono certo un piacere ma in compenso la salita è abbastanza dolce e riusciamo a correre, alternando brevi tratti di camminata, abbastanza agevolmente.


fermata obbligatoria



Via, via che passano i chilometri le gambe cominciano a sciogliersi ed anche il fiato si regolarizza, come per incanto passa la fatica e cominciamo a godere del mondo in cui siamo immersi, i colori del bosco, gli scorci panoramici, e senza neanche accorgercene, tra una battuta e l'altra, dopo aver incontrato Barbarella (uno spirito trail) con cui faremo il secondo tratto del percorso fino all'arrivo, ci ritroviamo oltre il ventesimo chilometro con la strada che rimane d fare quasi tutta a favore.

Il resto, nonostante la fatica, è piacere puro! Gli ultimi chilometri in discesa li corriamo ad una valocità folle se pensiamo che siamo ad oltre 60 chilometri fatti in due giorni ma l'entusiasmo che si da l'essere arrivati in fondo ci ricarica di energie impensabili. E' fatta!!!!  A Farini d'Olmo passiamo il testimone a Maurizio e Silvia; ora tocca a loro chiudere l'impresa!.

All'arrivo a Bobbio ci siamo tutti ad aspettarli e gli ultimi metri li corriamo insieme:
io con Oscar nel carrettino, Maurizio, Duccio con Emma in collo, Silvia insieme alle due figlie.
La seconda tappa è stata chiusa in 7h35'22".

In due giorni abbiamo attraversato il passo del Borgallo, il Pradetto, il Monte Lama e la Sella dei Generali, abbiamo percorso un totale di 125 km. in 16h 33' 19".

Da ultimo, anche se non conta niente e non è questo lo spirito che ci spinge a queste manifestazioni, un accenno alla classifica: 16° e 17° su 43 coppie arrivate in fondo.
Per essere la nostra prima esperienza GRANDE RISULTATO!!!! Un bravo a Duccio e a Maurizio ma, soprattutto a Silvia e, in fondo, in fondo...........anche a me!

PROGRAMMA GARE ANNO 2012

  • 1/2/3 giu 2012 - Tour dei laghi - gare a tappe OK
  • 10 giu 2012 - TRAIL di FONTESANTA - organizzazione - OK alla grande
  • 15 lug 2012 - Sky Race Alpi Apuane - Km 24 OK alla grande
  • 28 ott. 12 Chainti Trail - 18 km
  • 04 nov. 12 - l'eroica running - km.43