la corsa verso il cielo delle Apuane

la corsa verso il cielo delle Apuane

martedì 5 ottobre 2010

OTTORE DI CAPRAIA - FATTA!!!!!!!!

Ho lasciato passare qualche giorno prima di buttar giù, per iscritto, le sensazioni e lo svolgimento di questa gara temuta e aspettata con trepidazione.
Non sono un esperto di ultramaratone; al mio attivo ho un Passatore fatto oltre 25 anni fa e 2 Pistoia- Abetone, di cui una vecchia di decenni e l'ultima, corsa da più di 3 anni.
Posso dire, quindi, che si trattava di un'esperienza nuova, oltretutto diversa in quanto il percorso di gara è un circuito di 2.075 metri da ripetere per otto ore si seguito. Duro!!!! con una scalinata, "la via degli scalini", che porta fino al Castello di Capraia (e ti spacca i muscoli) per immetterti su un percorso ad anello, in mezzo agli ulivi, su sterrato ed asfalto fino a che non ritorni in discesa, e che discesa! Talmente ripida che non puoi correrla normalmente e devi frenare con uno sconquasso muscolare pazzesco. Ma è la scalinata la parte più difficile ed è qui che tutti i fotografi si sono trattenuti più a lungo perchè è qui che riuscivano a fare gli scatti più forti, per rendere viva la fatica che ognuno di noi faceva.
Ma veniamo alla cronaca della gara.
Partenza prevista per le 9,30 ma io, come sempre, mi sono presentato al ritiro pettorale già fin dalle otto. C'era già un gruppetto di podisti, quelli arrivati da più lontano (Roma, Bergamo e tante altre parti d'Italia) e via, via, la piazzetta dove era posizionata la base organizzativa, andava riempiendosi. Tanti volti sconosciuti di personaggi che parlavano di imprese pazzesche; la 5 giorni di Francia, il giro del Monte Bianco, la Sparthatlon e per un momento mi sono chiesto se non fossi nel posto sbagliato. Ma è stato solo un momento passato in un attimo e che mi ha lasciato convinto di doverci provare. Fra i tanti anche alcuni amici di Spirito Trail: Rundiamo62, Fede, Nistri , Fabiocujo e subito l'atmosfera si è fatta rilassata e poi... alle 9,30 passate da alcuni minuti, lo sparo e via.... l'avvenutara è cominciata.
Al primo giro  l'entusiasmo è alle stelle caratterizzato dalle mille battute degli atleti all'inizio degli scalini: "forza!! che fate??!! camminate?? Siam venuti per correre!!!
Ma presto si sarebbero ghiacciati! Corricchiare, al primo giro, su per quell'erta non era proibitivo ma c'era da pensare al seguito, ai giri che dovevano ancora venire e così, a metà salita, mi son messo di passo anch'io; poi... il Castello..., la discesa verso il campo di ulivi...., l'ingresso sulla strada asfaltata che dopo un ampio giro, passando davanti al cimitero, riporta verso il Castello per prendere, questa volta a destra, e scendere giù a picco verso il punto di partenza/arrivo.

Bella giornata di sole, abbastanza calda (e l'avremmo sperimentato presto il caldo verso le 2 o le 3 del pomeriggio) e la prima ora è passata piacevolmente impegnato, com'ero, a testare la mia andatura, il fiato che non doveva trasformarsi in fiatone, a rilassare i muscoli che dovevano reggere, speravo, per otto ore, e, cosa molto importante, a pianificare come comportarmi con i rifornimenti.
So bene che spesso viene tutto compromesso per errori fatti con sali, cibo e compagnia bella che si trova al ristoro e quindi dovevo mettere in atto la strategia più adatta.
Avevo letto, scritto da un ultramaratoneta, un articolo dove questi affermava che per le prime quattro ore si limitava ai liquidi cominciando a mangiare dalla quarta ora in poi e, così, decisi di fare anch'io.
Dopo il secondo giro mi sarei rifornito ad ogni passaggio alternando sali minerali ad uno e uno zuccherino (per rifornire i muscoli di glucosio) con un pò di thè a quello successivo e così via.
Dodici rintocchi provenienti dal campanile della chiesa avvertivano che era mezzogiorno; quasi due ore e mezza passate e 12 giri fatti per un totale di oltre 24 chilometri. Ogni giro riuscivo a concluderlo in 12/14 minuti con una regolarità svizzera e devo dire che ero piuttosto soddisfatto. Poi, improvvisamente, arriva la prima crisi: stanchezza e gambe pesanti che, quando arrivavo in cima alla scalinata non volevano intendere di cambiar passo facendomi dubitare di poter andare avanti ancora per molto.
Mille volte, parlando con gli amici, avevo detto e mi era stato detto che quella gara era soprattutto una questione di testa e, quindi, era l'ora di tirar fuori la testa. Non contrastare la crisi, non fare resistenza, mi dicevo, vedrai che passa!
Infatti, dopo una decina di minuti, passato davanti al ristoro e rifocillatomi con un bel bicchiere di Coca Cola, messomi al passo per affrontare la salita, sono arrivato in cima riprendendo a correre senza troppi problemi.
Ce ne sarebbero state altre di crisi simili; alla quarta ora, più o meno e poi dopo sei ore e mezza ma come arrivavano, presto, se ne andavano. Ormai sapevo come trattarle!!
Più il tempo passava e più correvo con il cervello immerso in un mondo a se. Il percorso  non presentava più sorprese, non c'era da stare attenti alle indicazioni e, quindi, potevo lasciare vagare la mente per i fatti suoi ed era piacevolissimo!!
Quattro ore fatte, 18 giri per oltre 36 chilometri e il tempo a giro si manteneva sempre piuttosto buono; tra i 14 e i 17 minuti.
E' dopo la quinta ora che torno a preoccuparmi di non poter arrivare in fondo; improvvisi sento arrivare i crampi alla coscia sinistra. Un cane che mi morde il muscolo. Rallento fino a fermarmi e comincio a stirare il muscolo e a massaggiarlo. Sembra passare e riparto attento a prevenire qualunque nuovo segnale; sarà così fino alla fine; questo dolore, a volte sopito, a volte un pò più forte, a volte sparito come se non esistesse, mi terrà compagnia per il resto della corsa.
Dopo sei ore il tempo a giro è salito a 18/20 minuti ma, intanto, i chilometri fatti son già quasi 50 e mi rendo conto di riuscire, se non ci sono intoppi, a chiudere in maniera dignitosa.
Via, via che passa il tempo, che si avvicinano le otto ore, l'adrenalina sale e sembra sparire anche tutta la fatica, soprattutto quando il campanile batte le quattro e mezza il che vuol dire che si sta per scavallare le sette ore e per entrare negli ultimi 60 minuti di gara.
Poi il primo colpo di pistola, dopo 7 ore e 40 minuti di corsa, che ci porta su un circuito più corto, di poco più di 300 metri dove correre gli ultimi 20 minuti. Non c'è più la salita e, quindi, più pesticciando che correndo, ci si avvia a portare a termine l'impresa.
OTTO ORE = 62,450 chilometri
Partiti in 180 abbiamo concluso le otto ore in 93
42° ASSOLUTO.  


alla prossima...........................................................

3 commenti:

kassimbo ha detto...

Grande Giancarlo!! Sei stato strordinario! L'idea solo di correre per otto ore già mi fa star male!
Bravissimo!
Ciao
Vito

kassimbo ha detto...

Grande Giancarlo!! Sei stato strordinario! L'idea solo di correre per otto ore già mi fa star male!
Bravissimo!
Ciao
Vito

unoazero2000 ha detto...

....l'idea di correre per otto ore su un circuito ad annello tutto-su, poi tutto-giù... roba da atleti veri. Complimenti!

PROGRAMMA GARE ANNO 2012

  • 1/2/3 giu 2012 - Tour dei laghi - gare a tappe OK
  • 10 giu 2012 - TRAIL di FONTESANTA - organizzazione - OK alla grande
  • 15 lug 2012 - Sky Race Alpi Apuane - Km 24 OK alla grande
  • 28 ott. 12 Chainti Trail - 18 km
  • 04 nov. 12 - l'eroica running - km.43